Il 3 ottobre 2022 si è tenuto il primo appuntamento, nella sede romana di Federpesca, con la delegazione del Ministero della pesca Somalo per redigere il masterplan della pesca, redatto da Federpesca in collaborazione con la Fao.

Una settimana ricca di appuntamenti che vedranno impegnati i delegati del Governo e del Ministero della pesca somalo in tutta Italia. Un viaggio attraverso istituzioni pubbliche e private per approfondire la conoscenza del sistema pesca italiano e sviluppare nuove collaborazioni.

La Somalia, che ha nei suoi confini zone di pesca tra le più ricche al mondo, ha iniziato un percorso di crescita e modernizzazione con il nostro Paese in questo settore che molto ha da offrire per la loro economia. Per questo Federpesca, la Fao e la Humanae Opes Foundation hanno organizzato questo seminario di confronto che è iniziato il 3 ottobre che vedrà impegnata la delegazione per cinque giorni.

All’incontro iniziale, condotto dal direttore di Federpesca Francesca Biondo, ha preso parte anche il Vice Ambasciatore italiano a Mogadiscio Dott. Massimiliano Bertollo.

E’ stato rinnovato il CCNL per gli addetti imbarcati su natanti esercenti la pesca marittima che riguarda circa 27.000 lavoratori e svolgono il proprio lavoro su circa 12.000 imbarcazioni. Lo rendono noto Fedepesca e Coldiretti che, insieme a Fai-Cisl, Uila Pesca e Flai-Cgil hanno rinnova il contratto collettivo di lavoro proprio alla vigilia della ripresa in molte marinerie delle attività di pesca dopo il fermo obbligatorio. Si tratta – sottolineano Federpesca e Coldiretti – di un importante segnale di responsabilità di imprese e lavoratori del settore ittico nazionale di fronte ad una emergenza mondiale in un momento di grande incertezza a livello internazionale con un aumento dei costi di produzione, in particolare il gasolio, insostenibili ed un’inflazione che si avvicina alle due cifre e che pesa in maniera importante sulle famiglie e sui lavoratori.

Il rinnovo ha riguardato alcuni istituti di carattere normativo ed indennità economiche.

La dinamica salariale concordata – concludono Federpesca e Coldiretti – prevede una prima tranche di aumento al 1 ottobre 2022 del 3% una seconda dal 1 ottobre 2023 del 3,5%.

È stata presentata questa mattina, presso il Terminal Crociere Porto di Bari – banchina 13/14 – la monografia “Pesca Sicura – il fenomeno tecnopatico nelle attività di pesca delle marinerie pugliesi”, risultato dell’omonimo progetto realizzato dalla Direzione regionale Inail Puglia e l’Osservatorio Nazionale della Pesca (ONP).
La realizzazione del progetto ha rappresento un punto di svolta importante per tutto il settore, su scala nazionale, perché ha avuto il merito di aver fatto uno screening puntuale degli impatti sulla salute dei principali rischi dell’attività di pesca coinvolgendo le più importanti marinerie pugliesi.
Infatti, nel corso delle attività realizzate, e attraverso lo studio e l’analisi delle principali metodologie di pesca, sono stati approfonditi, con rilevazioni a bordo, i rischi determinati da agenti chimici e fisici e da sovraccarico biomeccanico, quelli cioè che provocano le più diffuse malattie professionali e, inoltre, sono stati effettuati accertamenti sanitari per meglio caratterizzare l’impatto sulla salute dei lavoratori esposti ai rischi.
I molteplici risultati ottenuti sono stati raccolti nella monografia che ospita, tra l’altro, un contributo del dott. Ettore Cardinali, Sostituto procuratore della Procura di Bari, sulla normativa in materia di salute e sicurezza nel settore ittico.
Il comparto pesca, infatti, attende ancora i decreti previsti dall’art. 3 del D. Lgs. 81/08 e, ad oggi, non rientra negli ambiti di applicazione del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro. Anche per questo la pubblicazione realizzata, e l’attenta analisi del rischio lavorativo a bordo delle imbarcazioni da pesca, intende offrire un contributo significativo per il miglioramento delle condizioni di sicurezza dei lavoratori del comparto.
La pesca è senza dubbio un’attività produttiva caratterizzata da specificità tali da essere difficilmente confrontabile con altri settori – dichiara Francesca Biondo, presidente dell’ONP -, una specificità che è dovuta all’ambiente di lavoro e ai rischi legati alla navigazione in mare aperto e che, insieme ad un quadro normativo particolarmente complesso, rende difficoltoso un corretto approccio alla sicurezza. Per questo è fondamentale prevedere un contesto normativo specifico, puntuale e capace di fornire risposte in materia di sicurezza praticabili e quindi coerenti con le peculiarità di settore. In questo senso, il lavoro che presentiamo oggi rappresenta un punto di riferimento fondamentale per garantire un corretto approccio alla sicurezza non solo come obbligo ma innanzitutto come valore. Un approfondimento che va nella direzione di attestare le specificità dei rischi di questo mestiere che ancora oggi, nel nostro Paese, non è stato riconosciuto come “lavoro usurante” che ha invece tutte le caratteristiche per essere considerato tale.”
“In Puglia la pesca rappresenta una delle principali attività economiche –  afferma Giuseppe Gigante, direttore regionale Inail Puglia – un settore particolarmente importante che però presenta problematiche specifiche piuttosto rilevanti in termini di salute e sicurezza. Ai rischi specifici delle lavorazioni in mare si aggiungono, infatti, quelli derivanti dal progressivo invecchiamento della popolazione lavorativa, dagli elevati costi di gestione delle imbarcazioni e da livelli formativi ed informativi non adeguati. Il nostro obiettivo è quello di fornire, attraverso questa monografia, uno strumento informativo e formativo in grado di incidere in maniera significativa, in termini di prevenzione e sicurezza, sul fenomeno infortunistico e tecnopatico innalzando i livelli di conoscenze e di competenze degli operatori della pesca in materia di igiene e sicurezza sul lavoro. L’auspicio è che si giunga presto ad un coordinamento tra la disciplina dettata dal D.lgs. 81/08 e i Decreti Legislativi 281 e 298 del 1999 per assicurare una più idonea valutazione dei rischi a bordo delle imbarcazioni che consenta l’adozione di adeguate misure di prevenzione e protezione, nonché di idonei protocolli di sorveglianza sanitaria”.

Inizia oggi una settimana fondamentale per il futuro della pesca italiana: nei prossimi giorni infatti si discuterà in Parlamento il Decreto Aiuti e le misure a sostegno di imprese e lavoratori.
Tra queste la possibilità di prorogare al secondo trimestre del 2022 il credito d’imposta per le imprese di pesca già previsto per il primo trimestre. Uno strumento fondamentale per tentare di calmierare l’aumento esponenziale dei costi di gestione delle imprese di pesca dovuto al caro gasolio conseguente alla guerra in Ucraina.
Una situazione che ha portato molte imprese a fermarsi e che purtroppo non sembra migliorare ma anzi continua ad avere effetti devastanti. “ Siamo molto preoccupati per la situazione congiunturale del settore e temiamo che con l’estate molte imprese saranno addirittura costrette a chiudere per sempre. Un’ipotesi che va assolutamente evitata e che necessita di nuovi strumenti di supporto” dichiara Federpesca- “ in questi mesi il Governo ha messo in atto strumenti per il settore importanti che vanno assolutamente prorogati.
Il secondo trimestre del 2022 è stato perfino peggio del primo dal punto di vista dei costi: per questo è dirimente prorogare quello strumento e permettere alle imprese di compensare in parte quell’aumento dei costi in sede di dichiarazioni fiscali.”  Una battaglia che Federpesca porta avanti da tempo e che non sembra per nulla scontata.
“ Ringraziamo tutti i gruppi parlamentari che hanno dimostrato grande sensibilità presentando e segnalando i nostri emendamenti e a quali chiediamo di continuare a sostenere questa esigenza. Ora la palla passa al Ministero dell’economia. Un passaggio fondamentale che potrà garantire ossigeno alle imprese, garanzie ai lavoratori e prodotto fresco agli italiani. Se ciò non accadesse non immaginiamo cosa potrebbe accadere al settore…” conclude la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca.

Positivo l’incontro del 6 giugno presso il Mipaaf per discutere la bozza di decreto attuativo di estensione della cisoa al settore della pesca. Un incontro che il settore attendeva da tempo e per il quale si ringrazia il Mipaaf per aver voluto dare seguito alle richieste del tavolo di crisi sul gasolio richiesto da Federpesca, Coldiretti impresa pesca, Alleanza delle Cooperative italiane.

“Abbiamo apprezzato le modalità di lavoro e il tenore della discussione con il gabinetto del Mipaaf per tentare di rendere lo strumento della cassa integrazione davvero utile e velocemente fruibile da parte del settore. La crisi causata dal caro gasolio ha infatti confermato quanto la presenza di questo strumento sarebbe stata fondamentale per sostenere imprese e lavoratori in questo momento di estrema difficoltà dovuta al conflitto internazionale.” Nell’ambito dell’incontro sono state infatti affrontate causali e beneficiari degli strumenti della Cisoa e delle integrazioni al reddito previste per i periodi di fermo pesca- “Abbiamo chiesto di inserire tra le causali l’aumento dei costi delle materie prime, le giornate meteo marine avverse nonché i fenomeni atmosferici e ambientali come il caso della mucillagine nel nord Adriatico. Fondamentale poi che i periodi di fermo obbligatorio e non obbligatorio vengano inseriti tra le causali così come tutti i periodi di sospensione dell’attività lavorativa indipendenti dalla volontà dell’armatore, così come abbiamo nuovamente richiesto che lo strumento possa essere garantito anche agli armatori imbarcati a qualsiasi titolo. Due elementi che potranno rendere lo strumento davvero utile per tutti i sistemi della pesca italiana” fanno sapere le associazioni. “ insieme a questo la richiesta che lo strumento sia effettivamente utilizzabile a partire dall’inizio dell’anno, così come prevede la norma, per poter sostenere il settore duramente provato dal caro gasolio e dal prolungarsi della crisi sanitaria, in linea con l’avvio della contribuzione a carico delle imprese dal gennaio scorso. Confidiamo – proseguono le associazioni presenti al tavolo – che il momento particolare possa rappresentare la spinta per dare finalmente avvio ad un sistema di ammortizzatori sociali atteso da anni e che potrebbe contribuire a rendere più sostenibile il futuro di questo settore. Continueremo insieme a lavorare in questa direzione.”

Così in una nota Federpesca, Alleanza delle Cooperative Italiane, Coldiretti Impresa Pesca.

È stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto tanto atteso dal settore che assegna 20 milioni di euro per sostenere le filiere della pesca e dell’acquacoltura fortemente colpite dalla crisi internazionale e dal caro gasolio. Un piccolo passo che necessita ora di tempestività nell’attuazione per dare avvio alla presentazione delle domande da parte delle imprese. È ora fondamentale che il Ministero pubblichi velocemente le modalità attuative per presentare le domande senza attendere i 30 giorni previsti dalle norme. Insieme a questo chiediamo al Governo di prevedere che la regolarità del durc non sia un requisito di ammissibilità ma una precondizione per poter ricevere il contributo previsto. Solo in questo modo la maggior parte delle imprese sarebbero nelle condizioni di accedere rendendo lo strumento davvero utile in un momento di crisi.
Così in una nota Federpesca, Alleanza delle Cooperative Italiane e Coldiretti Impresa Pesca che avevano sollecitato l’intervento nel tavolo di crisi aperto lunedì scorso al Ministero.

 

Durante il Convegno Progetto Mare, organizzato da Confindustria il 12 maggio 2022, Francesca Biondo, Direttore generale Federpesca, è intervenuta alla tavola Rotonda “Sviluppo della pesca e della filiera ittica”.
Rispondendo alle domande di David Parenzo, Francesca Biondo ha ricordato che il valore prodotto dall’economia del mare, la rilevanza socioeconomica e l’indotto creato sono fattori indispensabili per lo sviluppo del Paese. Tra i settori che ne sono parte, la pesca ha un’importanza strategica, per la diffusione capillare sul territorio e per il coinvolgimento di due filiere chiave, marittima e agroalimentare. “L’attuale crisi internazionale ha posto all’attenzione di tutti il tema dall’autonomia strategica del nostro Paese nell’ambito della quale l’autonomia alimentare riveste un ruolo strategico di cui ancora si parla poco”. Nonostante l’Italia sia uno dei principali consumatori in Europa, la necessità di interventi strutturali per il settore è evidenziata da due dati rilevanti: la flotta da pesca italiana è tra le più vetuste in Europa (età media dei pescherecci pari a 31 anni) e oltre l’80% del prodotto consumato viene importato.
L’autonomia strategica dell’Europa non può prescindere dall’urgente approvazione di un piano strategico dell’economia del mare, che indichi le policy prioritarie necessarie per arrivare al 2050 con un’industria marittima florida, competitiva, verde e digitale.
In Italia, per la valorizzazione e la transizione del settore della pesca occorre avviare una strategia concreta per consentire il rinnovo e l’ammodernamento della flotta peschereccia italiana, per colmare gap che incidono sul soddisfacimento della domanda interna, sull’ambiente, sul costo delle produzioni, sulla sicurezza del lavoro a bordo e, quindi, sulla competitività e sostenibilità dell’intero sistema. A tal fin sono necessari strumenti di accesso facilitato al credito per investimenti, nel rispetto dei vincoli della PCP.
È anche necessario definire misure gestionali condivise tra i Paesi che hanno accesso agli stessi stock ittici, in quanto la regolamentazione unilaterale dello sforzo di pesca può tradursi nel dumping ambientale, economico e sociale.
Infine, occorre promuovere il prodotto ittico italiano tramite campagne volte a sensibilizzare i consumatori all’acquisto e al consumo di prodotti locali, e mediante l’adozione di adeguati sistemi di tracciabilità e autenticazione degli stessi.
Rendere le imprese competitive non può più significare aumentare la quantità di prodotto pescato bensì investire sulla sua valorizzazione, sulla tracciabilità e la consapevolezza dei consumatori. Solo così sarà effettivamente possibile rendere l’industria della pesca italiana ancora remunerativa e competitiva sui mercati nazionali e internazionali.
“Il futuro della pesca passa necessariamente da una riqualificazione dell’intero comparto – h concluso Francesca Biondo – una flotta tecnicamente moderna, equipaggi preparati, gestione del settore in termini adeguati al valore della produzione, rispetto e gestione del contesto ambientale, valorizzazione del prodotto”.

 

La Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha approvato oggi all’unanimità la legge per la promozione dell’imprenditoria e del lavoro femminile in agricoltura e nella pesca.
“Si tratta di una notizia che l’Italia aspettava da oltre 10 anni, un  risultato fondamentale al quale in questi anni abbiamo lavorato con convinzione” dichiara Francesca Biondo, Direttrice di Federpesca e Presidente dell’Osservatorio Nazionale della Pesca.
“Il testo infatti ha previsto finalmente il riconoscimento della figura della coadiuvante dell’impresa ittica familiare, come già avviene da anni nei settori del commercio e dell’agricoltura. Un passo avanti nella direzione di garantire diritti, tutele e dignità a tantissime donne che operano silenziosamente in questo settore. Le imprese di pesca in Italia sono infatti costituite per la gran parte da imprese familiari in cui gli uomini sono impegnati in mare per quasi tutta la settimana e le donne – mogli, madri, figlie, sorelle – svolgono l’attività necessaria a terra, ovvero la commercializzazione del pescato, l’amministrazione, il disbrigo delle pratiche burocratiche, le relazioni con i fornitori, i rapporti con i cantieri e con le cooperative di servizi e le capitanerie. Il lavoro di queste donne è vitale per la sostenibilità economica di tali imprese. In questo contesto, fino ad oggi, l’assenza di un riconoscimento sul piano economico e sociale ha costituito un freno importante alla dinamicità del settore. Con questo provvedimento le donne della pesca potranno ottenere  tutele e garanzie per il proprio lavoro e uscire dal tunnel di un lavoro atipico e non considerato avendo così la possibilità di valorizzare il proprio lavoro e di ritagliarsi uno spazio decisionale più ampio dell’attuale e più corrispondente alle responsabilità sostenute. Auspichiamo ora una veloce approvazione da parte dell’Aula per poter finalmente festeggiare questo risultato. La strada per la parità nel nostro settore è ancora lunga ma oggi è stato compiuto un passo fondamentale per il quale ringraziamo l’On. Cenni e l’On. Incerti in qualità di proponenti e tutta la Commissione per il lavoro svolto.” conclude Federpesca.

Il Consiglio dei Ministri del 18 marzo ha approvato un provvedimento volto a calmierare gli effetti della crisi ucraina intervenendo in favore dei settori produttivi più colpiti dal caro energia.

“Si tratta di  un decreto importante che potrà garantire un sostegno concreto alle nostre imprese- dichiara Federpesca- dopo i 20 milioni per il settore annunciati nei giorni scorsi, il Governo ha recepito le nostre richieste prevedendo un credito d’imposta pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante effettivamente utilizzato nel primo trimestre solare dell’anno 2022 e la possibilità di rinegoziare i mutui delle imprese. Strumenti concreti di cui il nostro settore aveva fortemente bisogno per far fronte ad una crisi economica senza precedenti. Un risultato per il quale abbiamo silenziosamente lavorato in queste settimane e per il quale ringraziamo il Sottosegretario Battistoni e il Ministro Patuanelli.”

 

A seguito delle riunioni tenutesi nella scorsa settimana presso il Ministero delle Politiche Agricole, la Conferenza Stato Regioni ha dato il via libera al decreto che stanzia 20 milioni di euro per il settore ittico. “Un segnale importante di attenzione per un comparto in sofferenza, che necessita di interventi concreti e tempestivi. Sarà fondamentale garantire che tali risorse vengano erogate velocemente alle imprese al fine di rappresentare un vero e proprio ristoro in un momento di difficoltà, ma la strada tracciata dal Sottosegretario Battistoni è senz’altro quella giusta. Ovviamente il nostro impegno continua in queste ore: – fanno sapere da Federpesca – stiamo lavorando infatti per inserire nel decreto energia un contributo sotto forma di credito d’imposta volto a mitigare gli effetti del caro gasolio e abbiamo chiesto al Ministero del Lavoro di riprendere immediatamente il confronto per garantire al settore di accedere realmente agli ammortizzatori sociali. Nonostante molte imprese siano tornate in mare la situazione continua ad essere assolutamente preoccupante. Per questo le decisioni delle prossime ore saranno fondamentali per garantire la sostenibilità di un intero settore e l’approvvigionamento del nostro sistema alimentare.”