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Napoli, 20 novembre 2019. Dopo Trieste e Genova, oggi, a Napoli, presso l’Università Parthenope, ha avuto luogo la terza manifestazione nazionale per celebrare il World Maritime Day dell’IMO, International Maritime Organization, dedicato quest’anno al tema “Empowering Women in the Maritime Community”, organizzata da Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia costiera, Federazione del Mare, The International Propeller Clubs e WISTA Italy.

I lavori della giornata sono stati aperti dai saluti istituzionali. Successivamente si sono tenute due tavole rotonde con la partecipazione di esponenti femminili protagoniste del mondo marittimo-portuale italiano. Raccontando la loro esperienza personale nei vari comparti di attività, hanno ribadito l’importanza della parità di genere nel mondo del lavoro ove una maggiore valorizzazione del contributo delle donne potrebbe aprire nuove opportunità in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Enrico Panini, vicesindaco di Napoli, ha affermato che non esistono luoghi ove le donne non possano dare il loro contributo, mentre Chiara Mancini, assessore alla formazione e alle pari opportunità della Regione Campania ha ricordato il recente lancio del bando “Io ho un sogno. Il futuro è donna” che offre la possibilità a tutte le donne in età lavorativa di frequentare corsi di formazione e specializzazione per accrescere le loro competenze e favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro.

Alberto Carotenuto, rettore Università Parthenope, che ha ospitato la manifestazione, ha sottolineato come anche nel settore marittimo sia importante facilitare l’accesso delle donne ad una formazione tecnica di alto livello e che l’Universita’ lo stesso giorno firmerà una Convenzione con il Comando delle Capitanerie di porto per promuovere l’imbarco di studenti che aspirano a professionalità marittime.

Pietro Vella, Ammiraglio Ispettore, direttore marittimo della Campania, ha portato anche un messaggio dell’Amm. Giovanni Pettorino, Comandante Generale Capitanerie di Porto – Guardia Costiera che per sopravvenuti impegni non ha potuto essere presente ed ha ricordato che da 20 anni le donne italiane possono entrare a far parte selle forze armate e che molte di loro ricoprono ruoli importanti nell’ambito del corpo delle Capitanerie di Porto.

Mario Mattioli, presidente Federazione del Mare, ha evidenziato che ”finalmente” anche nel mondo marittimo come in tanti altri settori, la mentalità è molto cambiata e si stanno aprendo opportunità di carriera per le donne. In Italia sono molte le donne di grande talento e capacità presenti e attive in tutti settore marittimi: terminal: Lavoro portuale, Autorità marittima, Autorità di sistema portuale, Ricerca economica, industria armatoriale, lavoro marittimo, organizzazioni marittime, formazione superiore, formazione scolastica. Ciò dimostra che anche nel nostro mondo, alla fine si guarda a ciò che le persone sono in grado di fare e non al loro genere. Certamente ci sono ancora ampi margini di miglioramento”.

Umberto Masucci, presidente The International Propeller Clubs e IPC Port of Naples, ha affermato che “le numerose donne protagoniste del Convegno di Napoli sono testimonianza concreta dell’impegno femminile nel settore marittimo-portuale. Non dobbiamo nasconderci le loro difficoltà, ma piuttosto facilitarne sempre l’inserimento, pensando al contributo positivo che le donne possono apportare al nostro sistema”.

Greta Tellarini, docente all’università di Bologna e rappresentate del Wista, ha ricordato che il tema del gender gap viene affrontato in molte sedi internazionali ed europee per promuovere la parità di trattamento uomo-donna  che secondo l’Ocse entro il 2030 dovrebbe aumentare del 10%.

Mauro Coletta, direttore generale Ministero Infrastrutture e trasporti, ha ricordato che il suo dicastero è oggi guidato da una ministra e che nella sua direzione generale le dirigenti sono in maggioranza ma che di fatto nel settore marittimo portuale sono ancora troppo poche le donne con incarichi di vertice e che occorre un costante sforzo comune per favorire la trasformazione nel mondo del lavoro valorizzando il ruolo delle donne.

Alla Tavola Rotonda dedicata alla portualità, moderata da Raffaella Del Prete, socia WISTA, direttrice Reefer Terminal APMT-Savona, sono intervenute Luisa Del Sorbo, direttrice generale Stabia Main Port, Fabiana Esposito, Compagnia Unica Lavoratori Portuali di Napoli, TV (CP) Enrica Naddeo, ufficiale del Corpo delle Capitanerie di porto Autorità di sistema portuale, Marianna Buonfanti, ricercatrice SRM (Gruppo Banca Intesa) e Carla Roncallo, presidente AdSP Mar Ligure Orientale, che ha affermato “Penso che davvero sia l’ora di cambiare le cose. Personalmente non mi sono mai sentita discriminata nella carriera lavorativa e questo mi aveva chiuso gli occhi per diversi anni. Sono solo stata più fortunata di altre; i numeri parlano chiaro e fotografano una realtà incredibilmente squilibrata tra i generi, in moltissime realtà lavorative, tra le quali quella dello shipping. Per questo ognuno di noi deve fare il possibile per accelerare un processo che porti alla parità di genere.”

Bianca D’Antonio, giornalista e consigliere IPC Port of Naples, ha moderato la Tavola Rotonda dedicata allo shipping, alla quale hanno partecipato Alexa Fenech,, comandante di una nave del Gruppo Grimaldi, Marjolein van Noort, coordinatrice di ENMC – European Network of Maritime Cluster organizzazione europea dei cluster marittimi, Paola Vidotto, direttrice generale Accademia Italiana Marina Mercantile, Elvira Romano, già dirigente I.N. Duca degli Abruzzi di Napoli, e Mariella Amoretti, armatrice del Gruppo Amoretti e Tesoriera di Confitarma che ha ricordato di essere sempre stata al fianco del padre, fondatore dell’azienda: ciò ha facilitato l’inserimento in un mondo molto maschile ma non ha evitato un lavoro molto impegnativo e duro. “Questo lo sapevamo bene mia sorella ed io ma abbiamo sempre creduto nella nostra azienda e non ci siamo mai poste il problema dell’essere donne e di avere famiglia con figli da gestire. In una situazione di crisi internazionale come quella degli ultimi dieci anni, è stato importante essere unite e determinate, affermando così la nostra leadership sia all’interno della compagnia che al di fuori di essa. Mi riferisco in particolare ai noleggiatori ed al mondo bancario che non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto. La nostra compagnia è all’avanguardia nel comparto del trasporto di prodotti petroliferi e chimici, ed abbiamo sempre dedicato grande attenzione per la sicurezza della navigazione e la salvaguardia dell’ambiente”.  Infine, Mariella Amoretti ha ribadito l’importanza anche per gli studenti di ingegneria navale di fare esperienza a bordo delle navi.

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Foto gruppo 1Roma, 19 novembre 2019. Nell’ambito delle celebrazioni del suo Venticinquennale, il 18 e 19 novembre la Federazione del Mare ha organizzato a Roma, nella sede di Palazzo Colonna, dove è ospitata da Confitarma, il General Meeting dell’ENMC-European Network of Maritime Clusters, organizzazione che riunisce i cluster marittimi europei.

La sera del 18 novembre, la Federazione del Mare ha offerto una cena ai membri dell’ENMC alla quale hanno partecipato, oltre all’olandese Arjen Uytendaal, presidente di ENMC, e alla coordinatrice Marjolein van Noort, i vertici dei cluster marittimi di Bulgaria, Francia, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Spagna, e naturalmente Italia, rappresentata da Mario Mattioli, presidente della Federazione del Mare, accompagnato dal vice presidente Vincenzo Petrone, presidente Assonave e vicepresidente ENMC, Pierluigi Portalupi, delegato ANIA, nonché Carlo Lombardi e Laurence Martin, rispettivamente segretario generale e vice-segretaria della Federazione del Mare.

Il 19 novembre, nel corso dei lavori del General Meeting, il presidente Arjen Uytendaal con i colleghi ha affrontato l’esigenza per ENMC di cooperare con le organizzazioni marittime europee di settore per meglio condividere le esigenze dell’industria marittima nel suo complesso e discutere degli obiettivi comuni in vista dei quali adottare iniziative, sottolineando la necessità di delineare un linguaggio marittimo comune e coordinare i contatti con le istituzioni europee.

Successivamente, dopo un’introduzione di Fabio Faraone, capo servizio Tecnica navale sicurezza e ambiente di Confitarma, sul tema della decarbonizzazione dell’industria marittima, i rappresentanti dei cluster marittimi europei hanno discusso dei prossimi negoziati dell’Ue per un Green Deal che certamente avrà un impatto sul settore marittimo: sarà importante in proposito presentare proposte che tengano conto di tutti gli interessi delle varie componenti della blue economy. Inoltre, è stato ricordato che anche i finanziamenti bancari vengono ormai concessi sulla base della sostenibilità dei progetti e in questo senso si è espressa anche la BEI (Banca Europea degli Investimenti). Ciò vuol dire che se il settore marittimo vuole mantenere l’accesso ai finanziamenti deve essere in grado di dimostrare cosa sta facendo per ridurre le emissioni. Sono state presentate anche alcune iniziative adottate a livello nazionale per ridurre le emissioni.

Altro tema in discussione è stato infine quello dell’importanza di mettere a punto un insieme consolidato di dati statistici che renda più evidente l’importanza strategica che il cluster marittimo riveste per l’economia dell’UE, soprattutto in questo momento storico caratterizzato da un lato da misure per fronteggiare il cambiamento climatico e, dall’altro, dalla pressione del protezionismo e delle guerre commerciali, nonché dall’esigenza di digitalizzazione che richiede forti investimenti. In particolare, nel corso della riunione è emersa l’esigenza di identificare in maniera più precisa quali siano i settori che dovrebbero essere etichettati come “marittimi”, al fine di poter inserire nella valutazione della Blue Economy anche quelli più innovativi, con il loro potenziale in posti di lavoro, innovazione e fatturato. A tal fine, entro febbraio 2020 ENMC insieme agli altri stakeholder interessati a cooperare, presenterà un progetto per realizzare una solida base-dati.

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Il 7 novembre, ad Abu Dhabi, durante la riunione dei Ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Indian Ocean Rim Association (IORA), l’Italia è stata ufficialmente accolta come Dialogue Partner di questa importanteorganizzazione regionale.

IORA è per l’Italia un’iniziativa di connettività che per sua natura porta al rafforzamento della collaborazione tra le aree del Mediterraneo e dell’Oceano Indiano, alla luce della crescente importanza che quest’ultima regione ha per gli interessi economici e di proiezione internazionale del nostro Paese.

Dal 2014 il settore della blue economy è stato inserito nelle priorità IORA e l’Italia, considerato il suo ruolo nel Mediterraneo e il tradizionale sostegno a politiche volte a promuovere blue economy e attività legate al settore marittimo, alla navigazione, alla pesca, alle tecnologie blu, al turismo costiero e alle energie rinnovabili, il 27 marzo 2019 ha avviato formalmente la procedura per ottenere lo status di dialogue partner dell’organizzazione.

Questo positivo risultato è stato raggiunto anche con il contribuito della Federazione del Mare, che ha dato il suosupporto all’amministrazione degli Affari esteri e della cooperazione internazionale nell’organizzazione di due incontri tra Italia e IORA: il 17 maggio, la Tavola Rotonda “Italy and the Indian Ocean Rim Association (IORA). Blue Economy as an opportunity to develop stronger cooperation in the Mediterranean and the Indian Ocean”, tenutasi presso la Fiera di Roma; il 21 ottobre, il convegno “Blue economy and cooperation with IORA: seatransport and de-carbonization” svoltosi nella sede di Palazzo Colonna.

Nel corso della riunione ministeriale del 7 novembre, la presidenza IORA è passata agli Emirati Arabi Uniti e unapartnership concreta e operativa dell’Italia, anche in vista dell’EXPO 2020 a Dubai, potrà in futuro aumentare lapresenza dell’Italia in una regione dove sono rilevanti le sfide dello sviluppo sostenibile e della sicurezza marittima, consentendo peraltro di cogliere i reciproci benefici che offre il forte sviluppo dei paesi rivieraschi dell’Oceano Indiano.

 

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IORA – Indian Ocean Rim Association, è un’organizzazione intergovernativa costituita nel 1997, a seguito di una visita di Stato dell’allora Presidente sudafricano Nelson Mandela in India, avente l’obiettivo di facilitare gli scambi e gli investimenti tra i Paesi membri e promuovere la cooperazione economica sostenibile ed alcuni settori prioritari: agevolazioni per il commercio e gli investimenti; sicurezza marittima; gestione della pesca; gestione dei disastri; collaborazione accademica, scientifica e tecnologica; turismo e scambi culturali.

La membership IORA include in un campo d’azione comune Europa, Africa e Asia, ponendosi come ideale interlocutore per l’Italia nella visione di un “Mediterraneo allargato”.

I 22 Paesi membri di IORA sono Australia, Bangladesh, Comore, Emirati Arabi Uniti, India, Indonesia, Iran, Kenya, Madagascar, Maldive, Malesia, Mauritius, Mozambico, Oman, Seychelles, Singapore, Somalia,Sud Africa, Sri Lanka, Tanzania, Tailandia, Yemen. Oltre all’Italia. Oltre alla recente adesione dell’Italia, gli altri dialogue partners di IORA sono Cina, Corea del Sud, Egitto, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Stati Uniti, Turchia.

Data la crescente importanza dell’Oceano Indiano nel commercio marittimo mondiale – ove si concentra un terzo del traffico marittimo mondiale, due terzi dei traffici di carichi secchi alla rinfusa e un terzo di quelli petroliferi nonché circa la metà dei traffici mondiali con navi portacontenitori – le priorità che IORA ha identificato sono strettamente legate alla blue economy: pesca e acquacoltura; energia oceanica rinnovabile; porti marittimi e shipping; idrocarburi offshore e minerali per fondali marini; biotecnologie marine, ricerca e sviluppo, turismo. Il Segretariato di IORA è ospitato dal governo della Repubblica di Mauritius.

 

Logo 25 anni

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Il mondo marittimo è riunito ormai dal 1994 nella Federazione del Mare. Essa costituisce il cluster  marittimo italiano e vuole rafforzare la conoscenza del Paese e della sua classe dirigente circa l’importanza economica e sociale delle attività legate al mare.

A tal fine, sono stati via via elaborati assieme alla fondazione Censis una serie di rapporti che definiscono il contributo delle attività marittime, siano esse produttive di beni e servizi o istituzionali, allo sviluppo e all’occupazione, mettendo in evidenza come esse si pongano tra i settori economici nazionali più dinamici e svolgano un ruolo di grande importanza nel definire l’assetto logistico e manifatturiero del Paese.

Un nuovo studio, il VI Rapporto sull’economia del mare, che aggiorna i dati e ne amplia l’analisi all’Europa (a cura di Cogea) e al Mediterraneo (a cura di Srm-Gruppo Banca Intesa), sarà presentato a Roma, presso il CNEL, la mattina di giovedì 12 dicembre prossimo, assieme al volume Cinquant’anni di economia marittima in Italia: evoluzione e prospettive tra XX e XXI secolo, anch’esso curato dal Censis, con il sostegno dei gruppi d’Amico e Grimaldi e di Ucina-ConfindustriaNautica.

In entrambi si  sottolinea il ruolo strategico del mondo marittimo in un Paese come l’Italia, potenza manifatturiera povera di materie prime, grande esportatrice oltremare, ricca di coste e di isole, di pesca, di turismo costiero e crocieristico.

Non appena disponibile verrà reso noto il programma della giornata

WMDNAPOLI20112019

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