Mattioli

 

MattioliMario Mattioli è stato confermato all’unanimità per un secondo mandato biennale quale presidente della Federazione del sistema marittimo italiano (Federazione del Mare), l’organizzazione che riunisce il cluster nazionale delle attività marittime. 

Il Consiglio della Federazione ha poi nominato vicepresidenti Anton Francesco Albertoni (Confindustria Nautica), Luigi Giannini (Federpesca) e Vincenzo Petrone (Assonave).

 

 Albertoni 1             GianniniPetrone

 

 

 

 

 

 

 Laurence Martin, capo del servizio relazioni internazionali di Confitarma, è stata nominata segretaria generale e succede a Carlo Lombardi, che ha ricoperto l’incarico dal 2010, dopo aver seguito la Federazione a partire dalla sua costituzione nel 1994. Vicesegretari generali sono stati nominati Francesco Giannotti (Assoporti), Marco Paifelman (Federagenti) e Marina Stella (Confindustria Nautica). La nuova segretaria generale, che assumerà l’incarico a partire da luglio, ha una forte esperienza internazionale e la scelta indica il crescente peso dell’Europa nello sviluppo degli stati membri, anche in campo marittimo.

Laurence Martin        Lombardi e Mattioli

La riunione del Consiglio si è tenuta in videoconferenza e ha visto la partecipazione, oltre che di quasi tutti i suoi componenti, anche degli invitati Alessandro Ferrari (Assiterminal) e Giuseppe Mele (Confindustria).

“Ringrazio il Consiglio della Federazione del Mare- ha dichiarato il presidente Mario Mattioli – che mi ha voluto confermare presidente dell’organizzazione del cluster marittimo italiano. E’ per me un grande onore, come lo è per gli armatori che presiedo, e riaffermo l’impegno a battermi per una rappresentanza sempre più efficace di tutta l’economia marittima sia presso il legislatore, il governo, le amministrazioni, sia presso l’opinione pubblica e le altre realtà associative, in Italia e all’estero. Ribadisco che la mia idea è quella di una Federazione aperta a tutte le organizzazioni marittime che ancora non ne facciano parte o ne siano uscite, in primis quelle della logistica”.

“Il cluster marittimo – ha aggiunto Mario Mattioli – sta affrontando una difficile sfida a seguito della crisi sanitaria ed economica, ma è pronto a cogliere le opportunità che si presenteranno con la ripresa. Al momento, non siamo in grado di valutare la gravità dell’impatto della pandemia da COVID19, che ha gravemente colpito l’intera economia del mondo, incluse ovviamente le attività marittime, per lo più fortemente integrate nel commercio internazionale, di cui rappresentano il principale vettore. È evidente che le ripercussioni dipenderanno dall’evoluzione della pandemia e dalla capacità di riavviare l’attività economica. I confini sono stati chiusi, la domanda mondiale è diminuita, la produzione è stata ridotta o addirittura fermata. Per non menzionare l’impossibilità di effettuare i cambi di equipaggio, che sta creando una situazione molto difficile per tutti i marittimi delle unità sia mercantili che da pesca”.

“Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata del Marittimo e colgo l’occasione per rendere l’omaggio della Federazione del Mare a tutti i nostri marittimi, ai quali va il nostro ringraziamento per il ruolo che svolgono sulle unità navali a favore del benessere di tutti, garantendo anche a costo di gravi sacrifici il commercio marittimo e le forniture essenziali per la nostra vita quotidiana”.

 “Questi tempi richiedono collaborazione, solidarietà e una visione ottimistica del futuro. In quest’ottica – ha aggiunto il presidente della Federazione del Mare – vi sono due segnali importanti, registrati durante la crisi da COVID19. Il primo è che è stato riconosciuto il ruolo fondamentale del settore marittimo-portuale in Italia: di recente la ministra delle Infrastrutture e dei trasporti ha affermato che in Italia l’economia del mare, pur essendo sottovalutata, è la risorsa più potente”. Altro segnale importante è che la nuova governance di Confindustria include un vicepresidente con delega specifica all’Economia del mare. L’Italia è infatti una potenza manifatturiera con disponibilità limitata di materie prime, i cui approvvigionamenti giungono per lo più via mare, una terra in gran parte peninsulare, con molte isole e città costiere, il cui sviluppo non ci sarebbe stato in passato, e non ci sarebbe oggi, senza l’impronta delle attività marittime sulla loro realtà sociale ed economica”.

“Non mi stancherò mai di ripetere – ha concluso il presidente Mattioli – che quella marittima è una realtà che per il suo rilievo e la sua integrazione richiederebbe una più efficace e coerente attenzione sul piano politico e amministrativo, questione quanto mai sentita da quando le competenze marittime sono state progressivamente disperse tra più dicasteri, compromettendo le possibilità di elaborazione di una politica nazionale del settore e di una sua promozione in ambito europeo”.

 

Roma, 25 giugno 2020

Blue Economy SummitDal 29 giugno al 3 luglio si terrà il Blue Economy Summit 2020:  cinque giornate dedicate alle iniziative sui temi dell’economia del mare, organizzate dall’Assessorato allo Sviluppo economico portuale e logistico del Comune di Genova, che rientrano negli appuntamenti del Genoa Blue Forum promossi dal Comune di Genova, Università degli Studi di Genova, Camera di Commercio di Genova, Regione Liguria e Associazione Agenti Raccomandatari Mediatori Marittimi.

La Federazione del Mare è tra i patrocinatori dell’evento.

L’edizione 2020 del BES utilizzerà le tecnologie digitali che hanno tenuto banco in questi mesi di confinamento e distanziamento, coniugandole con un approccio innovativo nella presentazione dei contenuti, per coinvolgere tutte le filiere produttive “blu”, i centri decisionali politici e il pubblico specifico.

L’apertura di lunedì 29 giugno sarà dedicata a logistica ed economia dall’emergenza sanitaria alla ripartenza, e alle prospettive di sviluppo del Waterfront e del Porto di Genova, capitale dell’economia del mare italiana. Interviene a questa sessione Mario Mattioli, presidente FederazioneConfitarma.

Martedì 30 giugno l’attenzione si sposterà su due tematiche: le assicurazioni marittime e le loro evoluzioni in tempo di pandemia e di mutati profili di rischio, e le professioni dello yachting, dalla progettazione ai mestieri di bordo in uno scenario del leisure dagli sviluppi ancora non chiari.

Mercoled’ 1° luglio sarà dedicato al Modello Genova, nelle sue diverse accezioni, tema dominante in queste settimane per gli insegnamenti e le suggestioni che il successo della ricostruzione del Ponte della Valpolcevera è in grado di fornire per immaginare e attuare un nuovo modello di governance.

Giovedì 2 luglio si parlerà di tecnologie e innovazione sostenibile nella logistica marittima, la mattina con un focus su portualità e retroportualità, all’insegna dell’automazione, della digitalizzazione dei processi e delle tecnologie per la sicurezza del lavoro, e nel pomeriggio con un focus sulla navigazione, sempre in nell’ottica di automazione ma anche di tecnologie per la sicurezza sanitaria di bordo.

Venerdì 3 luglio verranno trattate due tematiche centrali per l’economia del mare e per l’Italia rivierasca: il turismo e la cultura del mare di massa mediata dagli sport nautici, dove Genova in particolare si appresta a diventare una meta privilegiata a livello internazionale.

L’Agenda completa dei lavori è consultabile cliccando qui.

Per ulteriori informazioni e per partecipare all’evento consultare il sito www.besummit.it.

2020 06 blueeconomy 2020 COPERTINA 001

2020 06 blueeconomy 2020 COPERTINA 001È stato pubblicato nei giorni scorsi il EU Blue Economy Report 2020, rapporto annuale sulla Blue Economy predisposto dalla Commissione europea sotto la regia di DGMARE. Si tratta di un documento importante, ancorché migliorabile. Anche se i dati si riferiscono all’anno 2018, e non analizzano quindi le evoluzioni più recenti, il Rapporto fornisce un’ampia panoramica dei risultati dei settori economici dell’Unione europea connessi agli oceani e all’ambiente costiero.

Oltre ad avere un’enorme dimensione costiera e numerose città importanti il cui sviluppo è tuttora legato anche al mare, l’Europa è infatti una grande potenza marittima: l’80% del commercio estero dell’Unione europea e il 40% del suo commercio interno utilizzano la navigazione; gli armatori europei controllano quasi il 40% del tonnellaggio mondiale di naviglio mercantile; l’industria cantieristica europea è leader mondiale nella costruzione di navi da crociera e yacht di lusso; l’industria di produzione di apparecchiature e componenti marittime dell’Unione serve metà della flotta mondiale.

In totale, nel 2018 la Blue Economy dell’Ue presenta un fatturato di € 750 miliardi (un aumento dell’12% sull’anno precedente), dei quali 218 miliardi di valore aggiunto (quindi più di 530 miliardi di costi intermedi, cioè di acquisti effettuati negli altri settori dell’economia) ed un’occupazione di 5 milioni di addetti (+ 11,6%).

Tali dati includono anche forti valori per il turismo costiero e l’estrazione di idrocarburi, dando un’immagine a prima vista imprecisa dell’economia del mare se si ritiene che debba includere solo le attività marittime vere e proprie (in Italia, ad esempio, tali settori non vengono analizzati nel rapporto dedicato periodicamente dalla Federazione del Mare al cluster marittimo nazionale, l’ultimo dei quali è stato presentato nel dicembre 2019). Depurati di tali voci, i dati per la Blue Economy europea per il 2018 sono pari a € 457 miliardi come fatturato (una crescita del 20%) e 1,8 milioni di persone come occupazione.

Nonostante le gravi ripercussioni della pandemia COVID19 sui comparti del trasporto marittimo, del turismo, della pesca e dell’acquacoltura, nell’insieme l’economia blu è potenzialmente in grado di dare un forte contributo alla “Green Recovery” dell’Unione europea.

Per la prima volta, il Rapporto affronta nei dettagli la dimensione ambientale della Blue Economy, evidenziando il conseguimento di importanti obiettivi. Oltre ai risultati positivi raggiunti dalla pesca sostenibile, il Rapporto rileva che con una riduzione del 29 % di CO2 per unità di valore aggiunto tra il 2009 e il 2017, lo sviluppo della pesca e dell’acquacoltura si distacca ormai nettamente dalla crescita di gas a effetto serra. Inoltre, il processo di ecosostenibilità è in corso anche in altri settori di attività. Il trasporto marittimo, a seguito dell’introduzione del limite massimo di zolfo a partire dal 2020 da parte dell’Organizzazione marittima internazionale, sta prendendo sempre più in considerazione fonti energetiche a minor intensità di CO2. La relazione prende in esame anche il valore economico di diversi servizi eco-sistemici forniti dall’oceano, tra cui gli habitat per la vita marina, il sequestro della CO2 e i processi che influenzano i cambiamenti climatici e la biodiversità.

L’UE sostiene l’economia blu attraverso vari strumenti. Il Fondo europeo per gli investimenti strategici ha investito oltre € 1,4 miliardi in progetti riguardanti l’energia eolica offshore e ha offerto un ingente sostegno ad altri comparti dell’economia blu, tra cui lo sviluppo dei porti e il trasporto marittimo pulito.

La piattaforma BlueInvest della Commissione europea e il Fondo europeo per gli investimenti hanno erogato sovvenzioni per € 22 milioni nel 2019 e 20 milioni nel 2020 a favore di start-up innovative nel settore dell’economia blu. Nel 2020 è stato inoltre creato un fondo  NewBlueInvest. Anche la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo finanzia una serie di progetti riguardanti la Blue economy.

Il rapporto EU Blue Economy Report 2020 è disponibile nella sezione pubblicazioni di questo sito. Cliccare qui

Roma, 22 giugno 2020

2020 06 blueeconomy 2020 COPERTINA 001

2020 06 blueeconomy 2020 COPERTINA 001The EU Blue Economy Report 2020

 

Annex part 1

Annex part 2

 

Blue Economy Infographicsc

 

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_20_986

https://blueindicators.ec.europa.eu/

https://blueindicators.ec.europa.eu/access-online-dashboard_en