Il 26 maggio, a Napoli nella sede del nuovo museo Darwin Dohrn, prima giornata dell’Evento nazionale a cura dell’Iniziativa WestMED intitolato “Acceleratori e Incubatori Blu”, organizzato con il supporto di Cluster Tecnologico Nazionale Blue Italian Growth e della Federazione del Mare, l’adesione del Dipartimento delle Politiche di Coesione all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero degli Affari Esteri.

Mario Mattioli, Presidente della Federazione del Mare, insieme a Giovanni Caprino, Presidente Cluster Tecnologico Nazionale BIG – Blue Italian Growth, e a Fabrizio Monticelli, CEO di Formare-Polo Nazionale per lo shipping, è intervenuto al panel coordinato da Daniele Bosio, del MAECI Coordinatore Nazionale WestMED per l’Italia, nel corso del quale è stato fatto il punto sull’ecosistema Italiano della Blue Economy e sono stati illustrati i primi risultati derivanti dall’alleanza tra Cluster Big e Federazione del Mare.

Mario Mattioli, ha ribadito il fondamentale ruolo dell’economia del mare che per il suo rilievo e la sua integrazione richiederebbe una più efficace e coerente attenzione sul piano politico e amministrativo, mentre le competenze marittime sono state progressivamente disperse tra più dicasteri, compromettendo le possibilità di elaborazione di una politica nazionale del settore e di una sua promozione in ambito europeo.

Il ruolo dell’economia del mare emerge proprio nelle situazioni di crisi: Covid-19, blocco del Canale di Suez e ora la guerra in Ucraina lo hanno chiaramente dimostrato: il settore marittimo è stato e continua ad essere il termometro delle ripercussioni delle crisi internazionali sull’economia. Le attività marittime servono il 90% del commercio mondiale, che nell’ultimo decennio è cresciuto da 6 a 10 miliardi di tonnellate e salirà nel 2030 a 17 miliardi. L’integrazione tra le varie aree del pianeta e il loro sviluppo, non sarebbero possibili senza il contributo del mare.

In questo contesto, il ruolo svolto dai cluster marittimi, mediatori tra le regioni dell’UE e i paesi marittimi vicini per aggregare PMI e grandi aziende nei diversi settori dell’economia blu è di enorme importanza. Grazie alle loro caratteristiche, hanno infatti la capacità di contribuire alla trasformazione della catena del valore dell’economia blu per conseguire, tra gli altri, l’obiettivo della neutralità climatica di riduzione delle emissioni di Co2, rendendo i trasporti marittimi e i porti più ecologici.

Questo è uno dei presupposti più importanti e attuali su cui si fonda l’intesa tra la Federazione del Mare e il Cluster BIG. Lo spirito delle due associazioni è perfettamente in linea con il paradigma economico e culturale da cui far partire il modello di sviluppo e le linee guida di una politica economica blu a livello nazionale volto a coniugare competitività, innovazione e sostenibilità.

“Le nostre due organizzazioni si sono impegnate ad adottare programmi e iniziative congiunte volte a promuovere specifiche attività per la divulgazione dei valori e dell’importanza che rappresenta l’economia blu in ogni sua prospettiva, partendo da quella socio-economica e di relazioni internazionali”.

Il sodalizio FdM – Cluster Big si è immediatamente concretizzato nella partecipazione ad un importante progetto, validato dalla Commissione europea: il progetto MEDBAN – Mediterranean Blue Acceleration Network che è stato illustrato nel dettaglio da Fabrizio Monticelli.

MEDBAN, al quale il cluster marittimo italiano (Federazione del Mare e Cluster Big) partecipa nell’ambito di un consorzio insieme ai cluster provenienti da Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, mira a rafforzare l’ecosistema industriale europeo dell’Economia Blu con l’obiettivo di mobilitare le Piccole e Medie Imprese verso processi e tecnologie volti ad adeguare i loro modelli di business verso la transizione verde e digitale, accrescendo così la loro competitività.

Ulteriore espressione della Westmed Alliance, ricordata da Monticelli, è il progetto Erasmus MarMED, presentato lo scorso marzo e ancora in attesa di valutazione, che nasce dall’esigenza dei Maritime Clusters di colmare il gap di competenze della figura del Cluster Manager, al fine di rispondere alle esigenze di innovazione nel settore della Blue Economy e di creare un modello formativo efficace e competitivo per tutto l’ecosistema dei Cluster Marittimi dell’area Mediterranea. Infine, Fabrizio Monticelli ha menzionato il Progetto ISABELLA (P.O.R. CAMPANIA FSE 2014/2020), quale esempio di acceleratore di impresa per l’economia Blu. Il progetto mira, infatti, a sviluppare un percorso di accelerazione di impresa e sperimentare percorsi mirati all’individuazione di nuove figure professionali nell’ambito della green economy, al fine di accrescere l’ecosistema competitivo navale territoriale. Anche tale progetto vedrà coinvolti come stakeholders di settore la Federazione del Mare e il Cluster Big.

Nel pomeriggio Laurence Martin, Segretario Generale della Federazione del Mare, ha coordinato la sessione caratterizzata da un approccio sistemico alla quale hanno gli esponenti dell’eccellenza italiana del mondo della ricerca e dell’innovazione, le piattaforme settoriali dell’Ue, le Agenzie nazionali e regionali, le delegazioni estere di Westmed. Tutti questi organismi, privati e pubblici, regionali, nazionali ed europei che costituiscono la filiera italiana della ricerca e dell’innovazione al servizio della Blue economy, hanno instaurato un dialogo tra fornitori di servizi e facilitatori di investimenti, volto al rafforzamento dell’ecosistema italiano della Blue Economy ed assicurare una transizione verde sostenibile.