FEEDING THE PLANET: IL CONTRIBUTO DELL’ECONOMIA MARITTIMA

 

Presentato oggi in Camera di Commercio a Milano lo studio di Federazione del Mare

5.800 miliardi le tonnellate-chilometro prodotte dal trasporto marittimo di merci alimentari

160 milioni le tonnellate prodotte dalla pesca

 

Milano, 22 giugno 2015  – Si è tenuta oggi a Milano, presso la Camera di Commercio, la presentazione del rapporto Feeding the Planet: the Maritime Economy Contribution’, realizzato dalla Federazione del sistema marittimo italiano assieme a D’Appolonia(Gruppo Rina) per la parte internazionale e al Censis per quella italiana.

 

Nel suo intervento d’apertura, il presidente della Federazione Paolod’Amico ha dichiarato: “E’ con grande soddisfazione che presentiamo il  rapporto Feeding The Planet: The Maritime Economy Contribution e che lo facciamo a Milano, principale centro economico italiano, in connessione con Expo 2015. E’ importante essere qui e sottolineare come il mondo del mare sia un fattore di sviluppo anche per l’industria agro-alimentare, fiore all’occhiello della nostra economia. Il rapporto evidenzia come le attività marittime svolgano un ruolo fondamentale nell’assicurare l’alimentazione mondiale con efficienza energetica e sostenibilità ambientale. Quello marittimo è il 65% del trasporto globale di cibo e le emissioni di CO2 corrispondenti sono solo pari al 12%. Ogni tonnellata trasportata viaggia per oltre 5.500 miglia (10.500 km). Il commercio marittimo assicura l’interscambio di merci agricole e alimentari,mettendo in comunicazione aree continentali altrimenti isolate e obbligate solo a scambi terrestri. Le attività marittime servono il 90% del commercio mondiale, che nell’ultimo decennio è cresciuto da 6 a 10 miliardi di tonnellate e salirà nel 2030 a 17 miliardi. L’integrazione tra le varie aree del pianeta e il loro sviluppo, non sarebbero possibili senza il contributo del mare”.

 

Successivamente ha preso la parola Andrea Maria Ferrari, responsabile unità Trasferimento tecnologico di D’Appolonia, che ha illustrato il quadro mondiale dei traffici marittimi di beni agricoli e alimentari e della produzione ittica. E’stata poi la volta di Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, che ha presentato la materia con riferimento al mercato italiano. 

Sono poi seguite due tavole-rotonde, che hanno visto la partecipazione di Giorgio BALZARETTI, consigliere della Camera di commercio di Milano, Lorenzo G. Bellù, responsabile Studi sulle prospettive globali della FAO, Khouloud BOUGHLALA, consigliere economico dell’Ambasciata del Marocco,Luca FLORENZANO, direttore Marine Claims della SIAT (gruppo Unipol SAI),Riccardo FUOCHI, presidente dell’International Propeller Clubs – Port of Milan, Paola IMPERIALE, coordinatrice Mare del ministero degli Affari esteri, Umberto MASUCCI, vicepresidente della Federazione del Mare; nonché di Felicio ANGRISANO, comandante generale delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, Luigi GIANNINI, vicepresidente di Federpesca, Irene RIZZOLI, titolare di Delicius Rizzoli SpA, Roberto ZUCCHETTI, coordinatore area Trasporti di Certet – Università Bocconi.

LO SCENARIO INTERNAZIONALE. Il trasporto marittimo di merci alimentari ha raggiunto 5.800 miliardi di tonnellate-chilometro (unità di misura del trasporto che definisce non solo il peso delle merci, ma anche le distanze da esse percorse).  I volumi trasportati via mare contano oggi circa 100milioni di tonnellate di alimenti deperibili (carne e pollame, frutta e verdura, pesce, latticini, altre categorie)e circa 400 milioni di tonnellate di granaglie(frumento, altri cereali, soia). I container refrigerati (reefer) sono  il 14% del numero globale di TEU. Sui100milioni di tonnellate deperibili trasportate via mare, il 76% è trasportato in reefer. Il trasporto via mare di granaglie è aumentato del 3.2% su base annua. La produzione globale di pesce è pari a 160 milioni di tonnellate ed il volume globale dell’import-export ha raggiunto 58milioni di tonnellate, con un picco di valore pari a 130miliardi di dollari (Fonte d’Appolonia)

 

L’ITALIA. I flussi di prodotti agro-alimentari diretti all’estero sono pari a circa 22,5 milioni di tonnellate,per 34,3miliardi di euro. Gli armatori italiani svolgono un ruolo di rilievo a livello mondiale, con 264 navi da carico secco alla rinfusa o containerizzato utilizzabili per queste merci e oltre 8,2 milioni di stazza lorda. Il trasporto di prodotti agro-alimentari attraverso i porti italiani ammonta a 26,2milioni di tonnellate(7% del totale delle merci movimentate per via marittima). I traffici marittimi internazionali sono  il 72%, per 18,9milioni di tonnellate, a fronte di 7,3milioni di tonnellate che da porti italiani si imbarcano verso altri porti del Paese.  Quattro sono i porti di riferimento, in termini di volumi:  Ravenna, che con quasi 3,5milioni di tonnellate movimentate è l’hub incontrastato dell’agrifood, Livorno (2,8milioni), Venezia (2,5milioni) , Gioia Tauro (2,4milioni). Chioggia, Bari e Ancona, pur presentando volumi inferiori,sono i porti a maggiore vocazione agricola ed alimentare, con una quota di queste merci sul totale che varia tra il 43,4% al porto di Chioggia, il 41,6% in quello di Bari e il 32,5% ad Ancona. Sotto il profilo della pesca, l’Italia occupa la sesta posizione continentale in termini di produzione di pesce, con 363mila tonnellate (il 6,2% del totale). Forte è il trend dell’acquacoltura (+9,1%), che oggi sfiora il 45% del prodotto,con quasi 163mila tonnellate.(Fonte Censis)