Le risorse umane nel processo evolutivo del cluster marittimo.
2007, Franco Angeli, Milano

In collaborazione con l’ UPI e l’ISFORT

Ormai da un decennio la Federazione del Mare definisce il cluster marittimo italiano e ne indica le dimensioni economiche e sociali mediante i suoi Rapporti sull’economia del mare: l’ultimo del giugno 2006.
Questa visione globale, “olistica”, che ha trovato ampi e convinti echi nel Libro Verde dell’Unione Europea sulla futura politica marittima, ha dimostrato il ruolo trainante per l’economia del Paese di armatori, cantieri, porti e di tutti i soggetti che ruotano intorno a questi tre assi portanti e ne costituiscono il tessuto connettivo.

Oggi la Federazione del Mare – in stretta collaborazione con l’Unione Province d’Italia (UPI) e con l’ausilio dell’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti (ISFORT) – si è posta un nuovo obiettivo: spostare il baricentro dai numeri dell’economia all’elemento umano per ricollocare l’uomo al centro dello straordinario processo di rinnovamento e di trasformazione che ha caratterizzato – soprattutto nell’ultimo decennio – il mondo marittimo italiano.

Per la prima volta si tenta di analizzare quali effetti hanno avuto i mutamenti strutturali intercorsi nel cluster marittimo sulle esigenze formative, quali sfide siano state affrontate, quali vinte, quali restino ancora incerte, ma soprattutto quali risorse umane siano state messe alla prova da tali sfide e quali qualità e caratteristiche gli uomini dei cantieri, delle navi, dei porti, del terziario marittimo, delle istituzioni dovranno avere, affinché le sfide vinte si consolidino e quelle incerte evolvano positivamente.

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