Dopo una settimana di discussioni ed eventi a Lisbona, in Portogallo, la Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani , svoltasi a Lisbona del 27 giugno al 1 luglio,  si è conclusa  con l’accordo dei governi e dei capi di Stato su una nuova dichiarazione politica per salvare gli oceani.
Riconoscendo nella dichiarazione il “fallimento collettivo” del passato, i leader mondiali hanno chiesto una maggiore ambizione per garantire che venga affrontato lo stato disastroso degli oceani e hanno ammesso di essere “profondamente allarmati dall’emergenza globale che gli oceani devono affrontare”.
Alla cerimonia di chiusura, il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari legali Miguel de Serpa Soares si è congratulato con i co-organizzatori – Portogallo e Kenya – per il successo della conferenza.
La conferenza “ci ha dato l’opportunità di discutere questioni cruciali e di generare nuove idee”. Ha inoltre evidenziato il lavoro che resta da fare e la necessità di intensificare gli sforzi per ripristinare gli oceani”, ha dichiarato Serpa Soares, aggiungendo che è essenziale invertire subito la tendenza.
Più di 6.000 partecipanti, tra cui 24 capi di Stato e di governo, e oltre 2.000 rappresentanti della società civile hanno partecipato alla conferenza, chiedendo un’azione urgente e concreta per affrontare la crisi degli oceani.

Impegni presi:

-Proteggere il 30% o più delle aree marittime nazionali entro il 2030

-Raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2040

-Ridurre l’inquinamento da plastica

-Aumentare l’uso di energia rinnovabile

-Stanziare miliardi di dollari per la ricerca sull’acidificazione degli oceani, per i progetti di resilienza climatica e per il monitoraggio, il controllo e la sorveglianza.

https://enb.iisd.org/sites/default/files/2022-07/enb3238e.pdf