Il sistema marittimo, la logistica e l’industria manifatturiera trovano in Italia una naturale e necessaria interdipendenza. Il nostro è un paese marittimo, dove lo sviluppo economico e sociale è sempre stato legato a quello delle sue tante città costiere, fondamentali anche per la parte continentale del Paese. Siamo una grande potenza manifatturiera con poche materie prime, dove gli approvvigionamenti all’industria arrivano in massima parte via mare, qui da noi vengono lavorati e i prodotti spesso esportati oltremare. L’impatto sull’economia italiana delle attività marittime tocca certo, quindi, gli aspetti più legati alla loro dimensione logistica. Esso coinvolge tuttavia anche gli altri settori produttivi, manifatturieri e terziari, dell’economia: il cluster marittimo spende infatti ogni anno circa 20 miliardi di euro in acquisti di beni e servizi. Per questo, la Federazione del Mare da anni si preoccupa che qui, al centro della vita economica e finanziaria del Paese, sia ben presente il ruolo e l’importanza delle attività marittime per l’Italia e così si spiega la nostra rinnovata decisione di promuovere anche quest’anno la manifestazione Shipping, Forwarding & Logistics Meet Industry.
Del resto, non dimentichiamo che il trasporto marittimo, con la logistica connessa, serve il 90% del commercio mondiale, commercio che nell’ultimo decennio è cresciuto da 6 a 10 miliardi di tonnellate e salirà nel 2030 a 17 miliardi. Ciò significa che l’integrazione tra le varie aree del pianeta e il loro sviluppo, che sta portando ad un incremento del reddito medio anche nel terzo e quarto mondo (e alla fuoriuscita di molti paesi da situazioni di povertà insostenibili), non sarebbero possibili senza il trasporto marittimo di materie prime, di merci alimentari, di beni semilavorati e finiti.