È stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto tanto atteso dal settore che assegna 20 milioni di euro per sostenere le filiere della pesca e dell’acquacoltura fortemente colpite dalla crisi internazionale e dal caro gasolio. Un piccolo passo che necessita ora di tempestività nell’attuazione per dare avvio alla presentazione delle domande da parte delle imprese. È ora fondamentale che il Ministero pubblichi velocemente le modalità attuative per presentare le domande senza attendere i 30 giorni previsti dalle norme. Insieme a questo chiediamo al Governo di prevedere che la regolarità del durc non sia un requisito di ammissibilità ma una precondizione per poter ricevere il contributo previsto. Solo in questo modo la maggior parte delle imprese sarebbero nelle condizioni di accedere rendendo lo strumento davvero utile in un momento di crisi.
Così in una nota Federpesca, Alleanza delle Cooperative Italiane e Coldiretti Impresa Pesca che avevano sollecitato l’intervento nel tavolo di crisi aperto lunedì scorso al Ministero.

 

Il 26 maggio, a Napoli nella sede del nuovo museo Darwin Dohrn, prima giornata dell’Evento nazionale a cura dell’Iniziativa WestMED intitolato “Acceleratori e Incubatori Blu”, organizzato con il supporto di Cluster Tecnologico Nazionale Blue Italian Growth e della Federazione del Mare, l’adesione del Dipartimento delle Politiche di Coesione all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero degli Affari Esteri.

Mario Mattioli, Presidente della Federazione del Mare, insieme a Giovanni Caprino, Presidente Cluster Tecnologico Nazionale BIG – Blue Italian Growth, e a Fabrizio Monticelli, CEO di Formare-Polo Nazionale per lo shipping, è intervenuto al panel coordinato da Daniele Bosio, del MAECI Coordinatore Nazionale WestMED per l’Italia, nel corso del quale è stato fatto il punto sull’ecosistema Italiano della Blue Economy e sono stati illustrati i primi risultati derivanti dall’alleanza tra Cluster Big e Federazione del Mare.

Mario Mattioli, ha ribadito il fondamentale ruolo dell’economia del mare che per il suo rilievo e la sua integrazione richiederebbe una più efficace e coerente attenzione sul piano politico e amministrativo, mentre le competenze marittime sono state progressivamente disperse tra più dicasteri, compromettendo le possibilità di elaborazione di una politica nazionale del settore e di una sua promozione in ambito europeo.

Il ruolo dell’economia del mare emerge proprio nelle situazioni di crisi: Covid-19, blocco del Canale di Suez e ora la guerra in Ucraina lo hanno chiaramente dimostrato: il settore marittimo è stato e continua ad essere il termometro delle ripercussioni delle crisi internazionali sull’economia. Le attività marittime servono il 90% del commercio mondiale, che nell’ultimo decennio è cresciuto da 6 a 10 miliardi di tonnellate e salirà nel 2030 a 17 miliardi. L’integrazione tra le varie aree del pianeta e il loro sviluppo, non sarebbero possibili senza il contributo del mare.

In questo contesto, il ruolo svolto dai cluster marittimi, mediatori tra le regioni dell’UE e i paesi marittimi vicini per aggregare PMI e grandi aziende nei diversi settori dell’economia blu è di enorme importanza. Grazie alle loro caratteristiche, hanno infatti la capacità di contribuire alla trasformazione della catena del valore dell’economia blu per conseguire, tra gli altri, l’obiettivo della neutralità climatica di riduzione delle emissioni di Co2, rendendo i trasporti marittimi e i porti più ecologici.

Questo è uno dei presupposti più importanti e attuali su cui si fonda l’intesa tra la Federazione del Mare e il Cluster BIG. Lo spirito delle due associazioni è perfettamente in linea con il paradigma economico e culturale da cui far partire il modello di sviluppo e le linee guida di una politica economica blu a livello nazionale volto a coniugare competitività, innovazione e sostenibilità.

“Le nostre due organizzazioni si sono impegnate ad adottare programmi e iniziative congiunte volte a promuovere specifiche attività per la divulgazione dei valori e dell’importanza che rappresenta l’economia blu in ogni sua prospettiva, partendo da quella socio-economica e di relazioni internazionali”.

Il sodalizio FdM – Cluster Big si è immediatamente concretizzato nella partecipazione ad un importante progetto, validato dalla Commissione europea: il progetto MEDBAN – Mediterranean Blue Acceleration Network che è stato illustrato nel dettaglio da Fabrizio Monticelli.

MEDBAN, al quale il cluster marittimo italiano (Federazione del Mare e Cluster Big) partecipa nell’ambito di un consorzio insieme ai cluster provenienti da Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, mira a rafforzare l’ecosistema industriale europeo dell’Economia Blu con l’obiettivo di mobilitare le Piccole e Medie Imprese verso processi e tecnologie volti ad adeguare i loro modelli di business verso la transizione verde e digitale, accrescendo così la loro competitività.

Ulteriore espressione della Westmed Alliance, ricordata da Monticelli, è il progetto Erasmus MarMED, presentato lo scorso marzo e ancora in attesa di valutazione, che nasce dall’esigenza dei Maritime Clusters di colmare il gap di competenze della figura del Cluster Manager, al fine di rispondere alle esigenze di innovazione nel settore della Blue Economy e di creare un modello formativo efficace e competitivo per tutto l’ecosistema dei Cluster Marittimi dell’area Mediterranea. Infine, Fabrizio Monticelli ha menzionato il Progetto ISABELLA (P.O.R. CAMPANIA FSE 2014/2020), quale esempio di acceleratore di impresa per l’economia Blu. Il progetto mira, infatti, a sviluppare un percorso di accelerazione di impresa e sperimentare percorsi mirati all’individuazione di nuove figure professionali nell’ambito della green economy, al fine di accrescere l’ecosistema competitivo navale territoriale. Anche tale progetto vedrà coinvolti come stakeholders di settore la Federazione del Mare e il Cluster Big.

Nel pomeriggio Laurence Martin, Segretario Generale della Federazione del Mare, ha coordinato la sessione caratterizzata da un approccio sistemico alla quale hanno gli esponenti dell’eccellenza italiana del mondo della ricerca e dell’innovazione, le piattaforme settoriali dell’Ue, le Agenzie nazionali e regionali, le delegazioni estere di Westmed. Tutti questi organismi, privati e pubblici, regionali, nazionali ed europei che costituiscono la filiera italiana della ricerca e dell’innovazione al servizio della Blue economy, hanno instaurato un dialogo tra fornitori di servizi e facilitatori di investimenti, volto al rafforzamento dell’ecosistema italiano della Blue Economy ed assicurare una transizione verde sostenibile.

The ocean is at the foundation of life in the planet and plays a vital role in safeguarding that some of our most basic needs are met. The Blue Economy comprises all activities that are linked to the water, the sea and the oceans. It relies not only on more traditional forms of utilisation (e.g. fishing and aquaculture), but also combines a broader vision of activities that can offer important sources of sustainable economic development for Member States and coastal communities in particular. The Blue Economy can contribute to a large extent to Europe’s green ambitions. A sustainable Blue Economy enables society to obtain value from the oceans and coastal regions, whilst respecting their long-term ability to regenerate and endure such activities through the implementation of sustainable practices. This implies that human activities must be managed in a way that guarantees the health of the oceans and safeguards long-term economic productivity, so that the potential they offer can be realised and sustained over time. The annual EU Blue Economy Report aims to continuously improve the measuring and monitoring of the socio-economic performance of the Blue Economy (for the 2009-2019 period in the current edition), while taking its environmental impacts into account. The EU is determined to deliver on European Green Deal, with the adoption of the ‘Fit for 55 package’, implementation of the Zero Pollution Action Plan, and with other initiatives being prepared, at the same time as it ensures a transition based on sustainable economic growth and employment. Besides, the insight of the Sustainable Blue Economy Communication, can help achieve this sustainable growth objective while protecting and restoring nature, fighting pollution, and tackling climate change.

 

EuBluEconomyReport2022.en

Annexes

 

Questo Rapporto sull’economia circolare in Italia fa il punto della situazione che nel 2022 sta segnando le sorti geopolitiche ed economiche europee. Gli eventi drammatici degli ultimi anni (l’aggravarsi della crisi climatica, la pandemia, l’invasione dell’Ucraina) hanno fatto schizzare in alto i costi delle materie prime. C’è più che mai bisogno di economia circolare. Ma l’Unione Europea e l’Italia stanno accelerando in questa direzione?

La prima notizia che emerge non è positiva: l’obiettivo del disaccoppiamento tra crescita e consumo di risorse in Italia non è stato raggiunto: la ripresa economica del 2021 ha trainato un analogo aumento del consumo di risorse. Però, pur con queste difficoltà, emerge anche un dato positivo.

L’Italia rimane un passo avanti rispetto ai suoi competitor europei: è al primo posto, assieme alla Francia, nella classifica delle 5 principali economie europee. Nel 2020 il tasso di utilizzo circolare della materia nell’Unione Europea è stato pari al 12,8%: l’Italia è arrivata al 21,6%.

 

Rapporto-sulleconomia-circolare-2022-CEN.pdf (circulareconomynetwork.it)

 

In occasione dell’edizione italiana dell’evento WestMED in my country, i Coordinatori Nazionali WestMED e gli Hub Nazionali organizzano a Napoli il 26 e 27 maggio nella bellissima location del nuovo museo Darwin Dohrn,  ospiti della Fondazione Dorhn, l’evento nazionale (in modalità duale, in presenza e online) incentrato sull’opportunità che la Blue Economy rappresenta per Acceleratori e Incubatori, così come per chi gestisce fondi pubblici e privati destinati a sostenere iniziative innovative con diversi livelli di TRL.

Nell’ecosistema italiano i cluster marittimi nazionali e regionali possono rappresentare le controparti idonee a mitigare i rischi per Acceleratori, Incubatori, Investitori, Autorità di gestione e Gestori di fondi, nell’individuare le iniziative più meritevoli, in una filiera sistemica di sostegno all’innovazione, alla nuova imprenditorialità e all’occupabilità.

Con il supporto concreto del Cluster Tecnologico Nazionale Blue Italian Growth e della Federazione del Mare, l’adesione del Dipartimento delle Politiche di Coesione all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero degli Affari Esteri.

Per il programma e per la registrazione cliccare qui. 

Il link alla piattaforma digitale per seguire l’evento: https://ecorysbrusselsnv.my.webex.com/ecorysbrusselsnv.my/j.php?MTID=m2c593c9426723a5422a9f10d7c858daf

Sintesi degli inteventi di Mario Mattioli, Fabrizio Monticelli e Laurence Martin

Il 30 giugno 2022 si svolgerà a La Valletta – Malta,   una nuova edizione degli Hackathon WestMED sullo sviluppo del progetto  sotto la co-presidenza maltese e libica dell’iniziativa WestMED.
I temi includeranno i cinque argomenti principali attualmente discussi nel WestMED: Green Shipping and Ports, Aquaculture, Maritime clusters, Tourism e Blue skills.
Si svolgeranno sessioni strutturate attorno a idee progettuali concrete e argomenti per definire progetti futuri, guardando anche a concrete opportunità di finanziamento e inviti a presentare proposte aperte/future.
La conferenza si svolgerà in prsenzaa e sarà parzialmente trasmessa in diretta streaming per consentire una partecipazione più ampia.

 

On 30 June 2022 will take a place a new edition of the WestMED Hackathons on project development  under the Maltese and Libyan Co-Presidency of the WestMED Initiative.
Themes for the Hackathons on project development will include the five main topics as currently discussed in the WestMED: Green Shipping and Ports, Aquaculture, Maritime clusters, Tourism and Blue skills.
In this way, structured sessions around concrete project ideas and topics to define future projects will take place, also looking at concrete funding opportunities and open/future calls for proposals.
The Conference will take place physically in La Valetta, Malta, and be partially live streamed to allow for broader participation.

Roma, 20 maggio 2022 – Si è chiusa la raccolta di fondi, promossa dalla Federazione del Mare per aiutare le popolazioni vittime del conflitto in Ucraina.

“Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla donazione, consentendoci di raccogliere oltre 45.250 euro – afferma Mario Mattioli, presidente della Federazione del Mare – Tale cifra, che si aggiunge alle numerose iniziative intraprese a titolo personale da associazioni ed imprenditori del mondo del mare che, spesso anche in forma anonima, si sono attivati offrendo un concreto segnale di vicinanza e sostegno in questo drammatico momento, vuole rappresentare un’ulteriore testimonianza della solidarietà e dell’unità del cluster marittimo italiano”.

I fondi raccolti tramite la Federazione del Mare verranno devoluti alla Croce Rossa Italiana e ad un piccolo hub pediatrico al confine tra Ucraina e Romania che la società Mediterranea di Navigazione di Ravenna sta realizzando con il supporto della Croce Rossa Rumena.

“Desidero espressamente ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questa raccolta fondi, – aggiunge il Presidente Mattioli – e cioè le organizzazioni federate Assonave, Confindustria Nautica, Confitarma, Ferderagenti, Federpesca, le imprese Augusta Due Srl, Boat Italy Spa, Dalmare Spa, d’Amico Società di Navigazione Spa, Grimaldi Group Spa, Grimaldi Holding Spa, Scinicariello Ship Management Srl, e tutti coloro che si sono mossi aderendo all’iniziativa della Federazione o ad altre iniziative con l’unico comune obiettivo di portare sollievo e aiuto a popolazioni duramente colpite dal conflitto in atto”.

La Federazione del Mare si unisce alle celebrazioni di tutto il mondo per la prima Giornata internazionale per le donne in mare, istituita dall’IMO nel 2021.

“”Formazione-visibilità-riconoscimento: sostenere un ambiente di lavoro senza barriere: condivido in pieno il tema di quest’anno che sintetizza benissimo l’essenza delle sfide che le donne di tutto il mondo devono affrontare nel settore marittimo”, afferma Mario Mattioli, Presidente della Federazione del Mare”.

“Finalmente, oggi nel mondo marittimo come in tanti altri settori, la mentalità è molto cambiata e, anche grazie all’IMO e ad altre organizzazioni marittime, si stanno aprendo opportunità di carriera per le donne. Ed è bello vedere che sono numerose le donne che stanno rispondendo positivamente”.

“Ricordo quanto affermato nel 2019 dal Segretario generale dell’IMO, Kitack Lim “Le donne nel mondo marittimo di oggi sono forti, potenti e sfidano costantemente le vecchie percezioni. L’esperienza ci dice che la diversità è meglio; è meglio per il lavoro di squadra, per la leadership e per le prestazioni commerciali. Il mondo marittimo sta cambiando. E in meglio”.

Infatti, aggiunge Mattioli, “oggi vi sono esponenti femminili del mondo marittimo di grande talento e capacità, attive in tutti settori della blue economy: industria armatoriale, pesca, nautica, porti e terminal, ricerca, organizzazioni internazionali, formazione. Ciò dimostra che anche nel nostro mondo, alla fine si guarda a ciò che le persone sono in grado di fare e non al loro genere”.

“Certamente ci sono ancora ampi margini di miglioramento – aggiunge Laurence Martin, Segretario generale della Federazione del Mare – e la giusta formazione può favorire e accelerare l’ingresso delle donne nel nostro mondo, così come l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione possono dare loro ottime opportunità, creando nuovi ruoli e competenze e quindi favorendo la creazione di un settore diversificato e dinamico.

Nonostante le donne siano sempre più protagoniste dell’economia marittima è ancora lunga la strada per colmare il divario di genere in questo settore. La lotta alle diseguaglianze di genere è e deve essere una priorità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Uniti. Il futuro è nelle nostre mani – ha concluso Laurence Martin -. Dobbiamo lavorare tutti insieme per innovare e garantire pari opportunità per tutti. L’uguaglianza nel mondo del mare è fondamentale per aiutare a raggiungere un futuro sostenibile per l’industria nel suo insieme”.

Federazione del Mare, con Assonave, Assoporti, Confindustria Nautica, Confitarma – Confederazione Italiana Armatori e FEDERPESCA Federazione Nazionale Imprese di Pesca:
Orgogliose di aver sostenuto l’iniziativa di Marevivo Onlus per l’approvazione della Legge Salvamare

Felici di aver contribuito al raggiungimento di questo importante obiettivo condiviso da tutto il mondo dell’economia del mare.

La  Legge Salvamare avrà un impatto ambientale immediato e concreto sulla salute dei nostri mari, laghi e fiumi contribuendo ad un ulteriore sviluppo dell’economia circolare e riconoscendo il ruolo dei pescatori nella raccolta dei rifiuti dal mare

Durante il Convegno Progetto Mare, organizzato da Confindustria, il 13 maggio 2022, Ugo Salerno, Amministratore delegato RINA, è intervenuto alla Tavola Rotonda “Politiche industriali, transizione energetica e sostenibilità del trasporto marittimo e della logistica portuale”.

Ugo Salerno ha ribadito che transizione energetica e sostenibilità sono i temi cruciali che le politiche industriali legate al mondo dello shipping devono affrontare.

Questa industria, infatti, oltre a poter essere considerata “hard-to-abate”, è anche strettamente legata al settore della logistica e delle infrastrutture portuali e può rappresentare un modello nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dei prossimi decenni.

Tra le soluzioni possibili: il sistema di cold ironing, i trasporti integrati e la ricerca di fonti di energia sempre più sostenibili, come l’idrogeno.