Cecchi (Confindustria Nautica): per la nautica un ruolo marginale, che non rappresenta la forza occupazionale (200.000 addetti) e il valore dell’export (3,7 mld euro) dell’industria da diporto prima al mondo (51% della produzione di navi) e una filiera turistica sempre più rilevante dell’incoming nazionale.

In fase di firma il Decreto di revisione dei Titoli professionali del diporto. “Fare presto con i provvedimenti attuativi”.

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Piano del Mare deliberato il 31 luglio scorso. Le 230 pagine sono articolate nei paragrafi inerenti spazi marittimi, rotte commerciali, porti mercantili, armamento, lavoro marittimo, energie fossili e rinnovabili, transizione ecologica, cambiamenti climatici, pesca e acquacoltura, turismo, aree protette, subacquea, cooperazione europea, sicurezza.

Per l’industria nautica un ruolo marginale, inserito nell’ambito del <Turismi del mare>, che non rappresenta la forza occupazionale (200.000 addetti) e il valore dell’export (3,7 mld euro) di un’industria prima al mondo (51% della produzione di navi da diporto) e di una filiera turistica sempre più rilevante dell’incoming nazionale”, commenta Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica.

In Italia la filiera della nautica da diporto fa lavorare 200.000 persone, +8.800 nel solo 2022, lo scorso anno ha sfondato il tetto dei 3,7 mld euro di export (record storico), si è confermata prima al mondo con il 51% della produzione globale di navi da diporto e vanta una filiera turistica sempre più rilevante dell’incoming nazionale.

Come ho avuto modo di dire ai numerosi ministri intervenuti al Salone Nautico Internazionale di Genova, ringraziandoli per l’ascolto del governo, ora dobbiamo passare all’attenzione e quindi all’azione” – prosegue Cecchi – “non ultimo adeguando la composizione del board del Comitato per le politiche del mare (CIPOM), che sconta l’assenza di competenze specifiche sull’industria nautica”.

 In fase di firma il Decreto di revisione dei Titoli professionali del diporto.

In tema di “azione”, Confindustria Nautica auspica che il Decreto di revisione dei Titoli professionali del diporto sia prontamente firmato e siano immediatamente resi disponibili i decreti ministeriali di attuazione relativi al programma d’esame e ai corsi di formazione dell’attesissimo nuovo titolo professionale nazionale dell’Ufficiale di navigazione del diporto di 2a classe.

Il testo prevede per la nuova figura un percorso formativo qualificante, ma proporzionato al noleggio domestico di imbarcazioni da diporto, per il quale sono richiesti i corsi di sicurezza personale per la navigazione d’altura, antincendio di base, primo soccorso (BLS) e il conseguimento del certificato di Radio operatore Short Range (SRC).  Il titolo professionale semplificato avrà validità di 10 anni.

Nell’ambito dell’aggiornamento dei Titoli “maggiori”, conformi alla convenzione STCW, i limiti di abilitazione sono rispettivamente elevati a 500 GT per l’Ufficiale di navigazione, 3000 GT per il Capitano del diporto, oltre i 3000 GT per il Comandante del diporto. I certificati vigenti conservano validità e potranno essere rinnovati anticipatamente al fine di conseguire l’upgrade.

Per tutti i titoli STCW l’addestramento obbligatorio potrà essere effettuato sia su unità a noleggio, sia su unità in uso privato, infine per l’Ufficiale di navigazione e il Capitano sono introdotte alcune funzioni alternative al periodo di imbarco obbligatorio: pilota del porto, ormeggiatore, ispettore di organismi di classifica, comandante impiegato presso cantieri navali per le prove tecniche di navigazione.

 

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